Perchè sono state ammainate le bandiere? - Nunzio Gambuti

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Perchè sono state ammainate le bandiere?

La mia anima

PERCHE' SONO STATE AMMAINATE LE BANDIERE?
Il rinnovamento della politica italiana è soltanto immobilismo.
di Nunzio Gambuti



Fanfulla da Lodi, Riccio da Parma e Romanello da Forlì, insieme ad Ettore Fieramosca da Capua, facevano parte dei tredici cavalieri "italiani" che, nella famosa  Disfida di Barletta, sconfissero i francesi guidati da La Motte. Di questi tre personaggi l'Onorevole Bossi non parla mai. Per cui, mi assale un dubbio: o che non conosca l'episodio, oppure che li abbia espulsi dal partito per il solo fatto che questi,  essendo padani, abbiano combattuto, come "italiani", insieme agli altri dieci, la cui provenienza era tutta meridionale: Capua, Roma, Troia di Puglia, Sicilia.
Infatti, sempre lui, l'Onorevole Bossi ama spesso ricordare e ricordarci Alberto da Giussano, eroe di Legnano, mentre accusa Siciliani, Calabresi e Napoletani di non essere stati presenti alla battaglia contro il Barbarossa, senza capire che questi non  per codardia sono mancati all'appuntamento, ma unicamente perchè, a quei tempi, sia la corrispondenza che i trasporti non è che funzionassero molto bene. Voi mi direte: nemmeno oggi. Sorvoliamo. E qui fermo la mia ironia per non stravolgere ulteriormente  la storia. A quest'uomo però, a parte le sue idee stravaganti, in cui forse non crede nemmeno lui, va dato il merito di essere stato l'unico uomo politico, nella storia della nostra Repubblica che abbia avuto il coraggio, pur essendo uomo di Governo,  di alzarsi da una poltrona, al contrario di altri che non vogliono lasciarla nemmeno a legislatura finita e rielezione mancata. Per  questo merita rispetto. Quello che mi resta difficile capire invece, è questa corsa affannosa al trasformismo, al quale,  in quest'ultimo periodo soprattutto, i nostri politici ci hanno abituati. Partiti che scompaiono e poi riappaiono sotto sigle diverse, inflazionando il vocabolario di parole come: democratico, popolare, liberale,  riformista ed altre ancora su toni similari.  Mi chiedo: a cosa è servito tutto questo? Cosa è cambiato se poi a gestire queste idee innovatrici (si fa per dire) sono rimaste sempre le stesse persone? Allora mi convinco sempre di più che questa politica non è una cosa seria. Però è  bello, lasciatemelo dire, questa serenità d'animo che mostrano queste persone che, pur trovandosi in età matura, con notevole disinvoltura,  continuano a giocare a "campana", un gioco che i bambini praticano nell'età che va dagli anni dell'asilo  alle elementari e che consiste nel saltare, da un quadrato ad un altro, in una specie di scacchiera disegnata a terra con un gessetto. Quanta delusione in questo malessere che ci gira intorno, dove anche la Giustizia non trova posto. Diceva il Trilussa:  "eppoi fatto i conti a tavolino / si condannò Abele e liberò Caino". Penso in questo momento a tutti coloro che, in nome di un ideale, di una causa, si sono lasciati  perseguitare, segregare, torturare, ammazzare. Penso al Cristianesimo con i suoi  martiri, alla Storia con i suoi eroi. Penso al nostro Risorgimento ed al travaglio della Resistenza dove, a volte, rimane tanto difficile cercare il torto e la ragione. Immagino una stella a cavallo del vento, navigante senza confini, nello spazio infinito  dell'universo e noi, essere inutili di una realtà senza senso, piccolo spazio della nostra esistenza, dove quasi tutto ci è stato rubato. Un giorno non nasce mai due volte, ma basta a raccontare una storia. Ogni strada può portare lontano, ma  mai nessuna ci porterà tanto lontano da noi. E a questi camaleonti esattori di tangenti, che hanno voluto cancellare la memoria di uomini come De Gasperi, Moro, Nenni, Pertini, Amendola, Ingrao, La Malfa, Parri, io chiedo: perchè? Un uomo, se uomo,  è un uomo sempre: non si vende né si lascia comprare.



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